lunedì 13 maggio 2013

L'imbroglio di Mendel (orazione ciceroniana in sua difesa)

Con rammarico viene qui fatto menzione dei dubbi insinuati sulla veridicità dei dati scientifici ottenuti da Gregor Mendel, l'abate, ortolano e biologo ceco considerato - forse un po' impropriamente - il padre della genetica classica, che nel lontano 1866 pubblicò in quaranta copie il lavoro che l'aveva tenuto occupato per anni e anni... Vi è però la possibilità che egli abbia falsificato i dati ottenuti attraverso l'analisi matematica dei suoi esperimenti sull'ereditarietà dei caratteri. Si pensa che egli abbia alterato, non vistosamente, numeri che "non quadravano" con le sue precedenti aspettative.


L'aver introdotto la matematica e quindi statistica e calcolo combinatorio* nella biologia, ma anche l'aver operato secondo il metodo scientifico arrivando a conclusioni rivoluzionarie per l'epoca in cui viveva, tanto da portare alla fondazione di una nuova materia di studio, sono i meriti più grandi di questo nostro scienziato e potrebbero garantire oggi l’assegnazione di un Nobel. Non esiste altra scienza che possa far risalire le proprie origini al'impegno di un solo ricercatore.

Egli fu un pioniere, un antesignano nelle sue scoperte; perciò i suoi scritti vennero cestinati, le sue parole, durante le uniche due conferenze che tenne, rimasero inascoltate o incomprese, e le sue scoperte vennero dimenticate per almeno trent'anni (e riprese da tre botanici europei, De Vriens, Correns e Von Tschermak).

Sarei molto propensa a perdonare quel suo piccolo e neppure scrupolosamente accertato (semplicemente supposto) atto disonesto di cui tanto si parla, non solo per simpatia personale verso il monaco agostiniano, ma anche perché posso a stento immaginare cosa significhi dedicarsi per anni e anni alla coltivazione di ben 28'000 piante di piselli, per poi osservare che i conti non tornano! Semplicemente inaccettabile. Tuttavia, gli errori nel campo delle scienze, che a quanto sembra si fanno più frequenti di anno in anno (soprattutto quelli non commessi in buona fede, il 43% secondo i dati di PubMed analizzati dai ricercatori Ferric C. Fang, R. Grant Steen e Arturo Casadevall l'anno passato) sono più rari rispetto a quelli commessi in altri ambiti; sì, ce ne sono meno, nonostante tutto, e gli imbroglioni pagano di solito un conto salato: perdono la credibilità, la candidatura al Nobel, la cattedra di docenti universitari e così via, a seconda della loro importanza. 

Nel 1936, anno in cui R.A. Fischer sostenne che i suoi risultati erano "troppo buoni per essere veri", Mendel era già passato a miglior vita. Non ritengo necessario accanirsi perciò sul suo lavoro piuttosto degno di rispetto che di biasimo: seppur accantonato (e così dev'essere) da studi più accurati, con strumenti moderni a disposizione, è ancora considerato valido e di fondamentale importanza per le scoperte avvenute in seguito.




*è difficile!!! Serve a raggruppare secondo date regole gli elementi di un insieme finito di oggetti in diverse combinazioni, a quanto ho capito.

Fonti: www.irssat.infocerca.unita.itwww.enzopennetta.itpescarprof.blogspot.itit.wikipedia.org

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