lunedì 27 maggio 2013

Stabilire il sesso del nascituro...

 
Foto molto bella, e tuttavia poco rappresentativa. Proprio ora vi spiegherò il perché.
 

Il sesso di ognuno di noi è determinato da una coppia di cromosomi omologhi detti appunto cromosomi sessuali, chiamati X e Y.
Tengo a ricordare a chi avesse la memoria corta che in tutto possediamo un corredo genetico formato da 46 cromosomi, 23 dei quali ci sono stati trasmessi da nostro padre e i rimanenti 23 dalla mamma; 22 coppie sono costituite da autosomi, che possono essere uguali in maschi o femmine, poco conta, mentre la n° 23 è decisamente XX per le donne e XY per gli uomini.
Ora, le cellule che, dopo la meiosi, vanno a costituire la promessa di continuità della specie umana, vale a dire spermatozoi e ovuli, possiedono soltanto 23 cromosomi singoli, non accoppiati, soli; cellule aploidi, le chiamano, solitarie. Gli ovuli contengono, tra gli altri, soltanto il cromosoma X, a differenza degli spermatozoi che, più variamente assortiti,  contengono sia X che Y. Il sesso del nascituro è perciò sempre determinato dal padre.

Ma non pensate che sia tutto così semplice! A volte nella vita capitano degli impresviti, e forse ancor prima di venire alla luce. Esistono donne con cromosomi sessuali XY. Boom!
Non è necessario dimenticare a forza ciò che abbiamo scoperto finora, per fare spazio a queste sconvolgenti novità, però è importante non dare niente per scontato, sopratutto se si parla degli esseri umani.

Partiamo dal presupposto che molti studi hanno dimostrato che nel feto è naturale lo sviluppo degli organi femminili, mentre lo sviluppo e la specializzazione di quelli maschi avviene in seguito, seguendo procedimenti più complessi. Ed anche un feto con cromosoma XY può sviluppare caratteristiche femminili a causa di alcune anomalie nella formazione degli organi sessuali o dei gameti, o ancora una mancata produzione di ormoni, specialmente la sintesi del testosterone (in quel caso, il malfunzionamento dell'organismo porta il feto a svilupparsi come una bambina, ma i genitali maschili rimangono all'interno).
Esempi, la sindrome di Swyer o la sindrome di Turner: nella prima, l'individuo presenta genitali femminili non funzionanti e nessun ormone che possa dare inizio alla pubertà (viene di solito diagnosticata nella crescita); nella seconda, vi è un solo cromosoma sessuale X nel corredo genetico, l'aspetto è femminile ma manca lo sviluppo sessuale durante la pubertà.

Infine, vorrei finire di screditare l'immagine sospesa là sopra, parlando degli esami con cui è possibile stabilire il sesso del bambino prima ancora che nasca. Non è infatti necessario attendere il nono o l'ottavo mese, già nel periodo che va dalle 16 alle 21 settimane di gestazione (intorno al quarto o quinto mese, dunque) è possibile effettuare biometria, amniocentesi o ecografia morfologica...

  1. L'amniocentesi non è un esame doloroso, e consiste nel prelevare del liquido amniotico in cui vi siano disperse alcune cellule cutanee del feto, per rilevare eventuali anomalie genetiche (sindrome di Down, di Turner, dell'X fragile, distrofia di Duchenne) ed anche il sesso del piccolo.
  2. La biometria esamina le varie parti del corpo del feto, misurando ad esempio la distanza fra le tempie, la circonferenza addominale, e osservando lo sviluppo (già a buon punto) dei genitali.
  3. La morfologia riguarda la struttura e la disposizioni degli organi fetali, le corrette proporzioni e simmetrie, la giusta collocazione e lo stadio di sviluppo d'insieme di ognuno in particolare e d'insieme. La maggior parte delle volte è proprio grazie a quest'ecografia che si conosce il sesso.
Fonti: www.digilander.libero.it
           www.aisia.org
           www.pianetamamma.it
           

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